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Servono esempi virtuosi per ricostruire una nuova fiducia nei corpi sociali

I dati di una recente analisi condotta dall’Istituto Tagliacarne, mostrano un quadro in cui la fiducia nelle relazioni amicali e familiari si mantiene più stabile rispetto alla fiducia verso il contesto socio-economico e istituzionale.

Questo fenomeno è evidente nel crescente divario tra le due forme di fiducia: nel 2021 la differenza si attestava a 4,5 punti percentuali, ma nel 2023 è salita a quasi 12 punti percentuali. Nello stesso periodo, la frequenza dei contatti settimanali con parenti e amici è aumentata dal 73% all’81%, un dato che supera anche la media europea, passata dal 67% al 74%.

Il quadro delineato è confermato dall’Indice di Fiducia Globale di Ipsos, che colloca l’Italia tra i Paesi con il più basso livello di fiducia “pubblica”. Questo dato sottolinea una crisi di credibilità che investe le istituzioni, rendendo ancora più marcata la tendenza a rifugiarsi nella sfera privata.
In sintesi sembra proprio che la cooperazione ceda sempre più spesso il posto all’individualismo.

Ci sono antidoti all’affermazione della diffidenza, in questo contesto mondiale caratterizzato da un crescente clima di incertezza permanente che pervade le economie e la vita di persone, imprese e istituzioni? 

Probabilmente una delle vie per ristabilire un processo di fiducia e fronteggiare la crescente incertezza è di fare leva sulle forme di organizzazione della società civile, sui corpi intermedi, che appunto per il loro stare “nel mezzo” ed essere più “vicini alle persone potrebbero raccogliere e interpretare fabbisogni ed esigenze per poi rappresentarli ai livelli istituzionali più alti.

Sono questi alcuni dei temi al centro della riflessione esposta dal direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, nell’articolo pubblicato sul blog di HuffPost dal titolo “Servono esempi virtuosi per ricostruire una nuova fiducia nei corpi sociali”.

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