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Coesione come base del futuro dell'economia

Mantova, 13 giugno 2025. “Coesione è competizione” di Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Unioncamere e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne in collaborazione con AICCON, Ipsos, è stato presentato oggi al Seminario di Fondazione Symbola da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo; Eugenia Rocella, ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia; Paolo Gentiloni, Copresidente Task Force sul Debito ONU; Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere; Nando Pagnoncelli, presidente e AD Ipsos Italia. Ne hanno discusso Leonardo Becchetti, Ordinario di Economia politica dell’Università di Roma Tor Vergata; Simone Gamberini, presidente Legacoop; Vincenzo Boccia, presidente Associazione Italiana degli Insigniti della Legion d’Onore”; Vanessa Pallucchi, portavoce Forum nazionale Terzo Settore; Francesco Starace, partner EQT Group; Stefania Trenti, Head of Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo; Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidarietà; Stefano Zamagni, presidente Emerito Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

Al termine dell'evento verrà consegnato il riconoscimento “Coesione è Competizione” alle imprese presenti nel rapporto, esempi virtuosi di come la coesione generi competitività, innovazione e valore per il Paese.

Il rapporto analizza e racconta i fattori più significativi della competitività del nostro Paese, con particolare attenzione verso gli aspetti che non vengono colti dagli indicatori economici più diffusi, sottolineando l’importanza della collaborazione per le imprese. La coesione migliora il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti. 

Nel 2024, le imprese coesive rappresentano il 44% delle imprese manifatturiere italiane, una quota in crescita di 12 punti percentuali rispetto al 32% del 2018 (e di un punto percentuale rispetto al 2023). Ancora più significativo è l’aumento del numero medio di relazioni instaurate con soggetti del territorio, passate da 1,9 a 2,8 nel corso dello stesso periodo, a comprova di una sempre maggiore complessità delle relazioni strette dalle imprese con i principali attori del territorio in cui si trovano ad operare.

Si conferma, anche per il 2024, la consuetudine da parte delle imprese coesive a stabilire legami con i lavoratori. Crescono le collaborazioni con tutti gli stakeholder considerati, dalle altre imprese alle associazioni di categoria, dalle banche agli enti non profit, dalle istituzioni locali ai clienti, delineando un ecosistema sempre più aperto e interdipendente; con un’unica eccezione data da una minore relazionalità del mondo imprenditoriale con quello scolastico/accademico.

Sette imprese coesive su dieci hanno investito in sostenibilità ambientale negli ultimi tre anni e più di otto su dieci lo hanno fatto in tecnologie digitali 4.0. Inoltre, più del 60% delle imprese coesive ha investito in attività di ricerca e sviluppo. Questa apertura all’innovazione emerge con maggiore vigore nei territori che possono essere essi stessi considerati più “coesivi”, poiché caratterizzati da un più elevato livello di ricchezza prodotta oltre che da una maggiore generatività del tessuto imprenditoriale e da un più intenso benessere espresso in termini di soddisfazione dei cittadini per la propria vita, di partecipazione degli stessi alla vita civica, politica e culturale, nonché di impegno nei confronti della crisi climatica.

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