
L’intreccio tra innovazione tecnologica e innovazione sociale è un tema su cui si sofferma Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, nell’articolo pubblicato sull’Huffpost, dal titolo “Olivetti e i nuovi pionieri: chi guiderà il cambiamento del nostro tempo?”.
L’obiettivo si sposta poi sull’Italia, con due considerazioni:
- il Paese non si è mai distinto per rivoluzioni tecnologiche;
- lo sviluppo è stato spesso sostenuto da processi di micro-innovazione a cui hanno dato una spinta decisiva reti familiari e comunitarie.
Dimensione tecnologica e sociale, però, in Italia hanno trovato una sintesi grazie alla presenza di quelli che Esposito definisce “imprenditori culturali”.
“Pensiamo ad Adriano Olivetti, che seppe coniugare il “bello” con il tecnologico, dando vita a un modello d’impresa che univa progresso industriale, cultura e responsabilità sociale — anticipando di decenni il concetto di made in Italy”.
Tra le figure citate rientrano anche Vittoria Valletta e Vittorio Ghidella, artefici dell’exploit della Fiat ai vertici del mercato europeo. O, ancora, i leader sindacali Giuseppe Di Vittorio, Luciano Lama e Pierre Carniti che seppero coniugare rappresentanza dei lavoratori e rispetto per gli imprenditori.
Il contesto odierno, è quanto emerge dall’articolo di Esposito, è alla ricerca di nuove leadership. E pone un grande interrogativo:
- chi saranno gli imprenditori culturali capaci di guidare il cambiamento del nostro tempo?
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