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Per una “buona” salute servono innovazione, capillarità, nuovi rapporti Stato/Regioni

Il Pnrr interviene stanziando risorse aggiuntive specifiche per oltre 20 miliardi di euro per la salute: il 56% per l’innovazione, ricerca e digitalizzazione del Sistema sanitario nazionale, e la restante parte per lo sviluppo di una rete di prossimità, la telemedicina e l’assistenza territoriale. Ma in Italia la spesa pubblica sanitaria non tiene il confronto con i principali partner e nonostante l’incremento di oltre 6 miliardi nel 2020 è cresciuta del 3,5%, dato inferiore al 4,7% della media dei paesi industrializzati. In più negli ultimi anni c’è stata una forte contrazione della spesa pubblica per investimento sanitario, che nel 2019 era lo 0,6% del Pil contro l’8,8% della spesa sanitaria corrente. C’è poi la questione della spesa privata per la salute, che incide circa un quarto sulla spesa complessiva e che, pur subendo nel 2020 una contrazione del 6%, rappresenta una componente abbastanza stabile dei consumi delle famiglie che nel complesso si sono ridotti del 12%.
Le riflessioni di Gaetano Fausto Esposito, dg Tagliacarne, pubblicate oggi sul blog di Huffington Post nell'articolo "Per una "buona" salute servono innovazione, capillarità, nuovi rapporti Stato/Regioni".

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