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Assunzioni, le aziende italiane puntano sugli stranieri

Allestimento grafico con un lavoratore edile sullo sfondo e in primo piano lo screenshot dell'articolo dal titolo "Personale extra Ue cercansi , 1 impresa su 3 lo assumerà entro il 2026"

Le aziende italiane sono sempre più orientate a cercare lavoratori all’estero. Una scelta per molti versi quasi obbligata, visto che il 73,5% delle imprese dichiara di essere spinto dalle difficoltà di reperire lavoratori sul mercato interno.
E’ quanto si legge nel nuovo numero del magazine Unioncamere Economia & Imprese, nell’articolo “Personale extra Ue cercansi, 1 impresa su 3 lo assumerà entro il 2026” di Loredana Capuozzo che fa il punto su una recente indagine realizzata dall’Unione e Centro Studi Tagliacarne su un campione di 4.500 imprese manifatturiere e dei servizi.

Sono soprattutto gli imprenditori del Nord Est (36,5%) a cercare personale al di fuori dei confini europei. 
Ma attenzione, poiché anche all’estero è difficile reperire le competenze richieste: 

  • il 68,7% delle aziende è pronto a investire nella formazione dei dipendenti stranieri entro il 2026. 

Per il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, in una fase storica di crisi demografica come quella attuale occorre favorire - seppure in maniera controllata - questo percorso di migrazione. E guardare, magari, a quegli italiani di seconda e terza generazione che vivono soprattutto nel Sud America e che potrebbero avere così l’occasione di tornare nel loro Paese d’origine. 

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