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Creatività e cultura alimentano l’economia per 90 miliardi di euro

Vale oltre 90 miliardi di euro e dà lavoro a più di un milione e mezzo di persone: è la fotografia del Sistema Produttivo Culturale e Creativo pre-Covid. Ma nel 2020 il 44% degli operatori della filiera ha stimato perdite di ricavi per il 2020, superiori al 15% del proprio bilancio, il 15% ha prospettato perdite che superano addirittura il 50%. A soffrire di più sono state le imprese dei settori performing arts e arti visive, quelle operanti nella conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico, per la maggiore esposizione alle norme di distanziamento sociale e molte delle imprese che rappresentano l’indotto culturale come ad esempio parte della nostra industria turistica. A darne evidenza è il rapporto "Io sono cultura 2020" promosso da Symbola, Unioncamere e Fondazione Cariplo e che vede tra i partner il Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.

Guardando agli andamenti Alessandro Rinaldi,  direttore delle ricerche del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, sottolinea che “per il sistema produttivo culturale e creativo il 2019 si era rivelato un anno positivo, con risultati superiori al totale dell’economia in termini di occupazione (+1,4% rispetto a +0,6%) e dati in linea in termini di prodotto generato (+1% a fronte di 1,2%).Purtroppo i risultati del 2020, misurati attraverso indagini dirette, ci restituiscono un quadro di grandi difficoltà, in cui due terzi delle imprese hanno diminuito il fatturato. Per contro va detto che la crisi pandemica ha però indotto una accelerazione della transizione digitale nelle imprese culturali e creative in una misura superiore rispetto alla media (13,8% contro 7,3%)”.

La cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del made in Italy.

Con più di 24,1 miliardi di euro e 353 mila addetti la Lombardia è ai vertici del panorama culturale italiano.

La grande area metropolitana di Milano è al primo posto nelle graduatorie provinciali per incidenza di ricchezza e occupazione prodotte, con il 9,6 e il 10%. Roma è seconda per valore aggiunto (8,7%) e quarta per occupazione (7,9%) mentre Torino si colloca terza (8,1%). Seguono, per valore aggiunto Arezzo (7,6%), Trieste (7,1%), Firenze (6,8%), Bologna (6,1%) e Padova (6,0%).

 

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