
Le imprese coesive rappresentano il 44% delle aziende manifatturiere italiane ed è un tessuto imprenditoriale in continua crescita. Nel 2024, la quota di queste realtà produttive "virtuose" è aumentata di 12 punti percentuali rispetto al 32% del 2018 (e di un punto percentuale rispetto al 2023). Sono aziende capaci di stabilire legami stretti con i lavoratori, gli stakeholder, le altre imprese, le associazioni di categoria, le banche, gli enti non profit, le istituzioni locali, i clienti, delineando un ecosistema sempre più aperto e interdipendente. E questa attitudine a fare networking costituisce un punto di forza strategico per innovare e competere con successo sui mercati.
Sette imprese coesive su dieci, infatti, hanno investito in sostenibilità ambientale negli ultimi tre anni, più di otto su dieci lo hanno fatto in tecnologie digitali 4.0 e più del 60% ha investito in attività di ricerca e sviluppo. E questa predisposizione all’innovazione emerge con maggiore vivacità nei territori che possono essere essi stessi considerati più “coesivi”, perchè caratterizzati da un più alto livello di ricchezza prodotta, una maggiore generatività del tessuto imprenditoriale e un più intenso benessere sociale. E' quanto emerge dalla fotografia scattata nel rapporto Coesione è competizione di Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne in collaborazione con AICCON, Ipsos. Guardando i numeri, nelle aree più coesive si rileva un tasso di iscrizioni delle imprese del 5,7% contro il 5,3% dei territori a minore presenza di questa tipologia di aziende. Favorire la coesione significa, quindi, rafforzare anche la competitività dell'economia locale e sostenere uno sviluppo più equo e duraturo.
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