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Il terzo settore in Lombardia: sociosanitario e istruzione i settori trainanti

In Lombardia il contributo del terzo settore alla creazione del valore aggiunto complessivo dell’economia regionale si i attesta all’1,6% sotto la emedia nazionale dell’1,8%. Tuttavia, alcune province lombarde si distinguono per una maggiore incidenza del terzo settore sull’economia locale. E’ il caso di:

  • Brescia (2,2%);
  • Pavia (1,8%);
  • Bergamo (1,7%).

E’ quanto emerge dall’analisi del Centro Studi Tagliacarne sugli enti del Terzo settore iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore -Lombardia nell’articolo "Il no profit impiega il 3% della forza lavoro".

Chi domina la scena
Prevalgono gli enti attivi in ambito sociosanitario, che generano più di un terzo (36,9%) del valore aggiunto prodotto dal comparto no profit lombardo. In Italia riesce a fare meglio solo la Liguria, con un’incidenza degli enti sociosanitari sul valore aggiunto prodotto dal terzo settore regionale pari al 39,8%. 
Un ulteriore 28,7% del valore aggiunto, in Lombardia, proviene dagli enti del settore dell’istruzione

L’incidenza sul mondo del lavoro
La Lombardia si colloca tra le prime regioni italiane per l’incidenza del personale impiegato nel no profit sul totale dei lavoratori. Il terzo settore impiega il 3,8% della forza lavoro regionale, un dato che a livello nazionale è inferiore solo a quello del Trentino Alto Adige (4,2%). La maggior parte degli occupati lombardi del no profit (55,4%) lavora nei settori dell’istruzione dell’assistenza sociale

Approfondisci, scopri gli altri numeri, i dati e le evidenze, nell'elaborazione del Centro Studi Tagliacame pubblicata oggi su Il Sole24 Ore Lombardia, nell'articolo dal titolo "Il no profit impiega il 3% della forza lavoro".