
E’ in Piemonte che si registra la più alta propensione al risparmio in Italia (11,2%). Seguono Lombardia (10,9%), Emilia Romagna (10,3%) e Liguria (10,3%). Il primato piemontese si spiega anche con le tre province che conquistano il podio tricolore: Biella (15,51% del reddito messo da parte), Asti (13,64%) e Vercelli (13,62%). Sul fronte opposto, in fondo alla graduatoria, troviamo 3 meridionali: Trapani (4,8%); Siracusa (4,7%); Crotone (4,6%).
E’ quanto emerge dall’analisi condotta da Unioncamere e Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, che quantifica il risparmio delle famiglie italiane e la loro propensione ad accantonare parte del reddito disponibile, a livello provinciale, nel 2023.
Tuttavia, se guardiamo alla classifica del risparmio complessivo delle famiglie del Belpaese maturato nel 2023, svettano Milano (11,5%), Roma (7,5%) e Torino (5,5%).
L’identikit del risparmiatore
Analizzando i dati relativi alla propensione al risparmio si rileva che le province meglio posizionate hanno una maggiore presenza di laureati (8,8% a fronte di una media nazionale del 7,9%), un indice di anzianità più elevato (8,4% contro 8,2%), nuclei familiari meno numerosi (9,1% contro 7,5%).
In 15 province italiane i cittadini pur avendo un reddito pro capite superiore alla media nazionale mostrano una minore propensione al risparmio. Ne sono esempio:
- Roma (reddito pro capite superiore del 14,1% rispetto alla media nazionale e propensione al risparmio inferiore del 6,3%);
- Cagliari (un reddito pro capite superiore del 4% e propensione al risparmio inferiore del 36% rispetto alla media italiana a fronte di
- Bolzano (reddito superiore di oltre il 39% e propensione al risparmio inferiore del 14%).
Viceversa, in 18 province la propensione al risparmio è maggiore nonostante una situazione reddituale inferiore alla media italiana. E’ il caso di Asti (reddito pro-capite inferiore del 7% rispetto alla media nazionale, propensione al risparmio superiore del 65%), Alessandria (reddito leggermente sotto la media ma risparmio superiore di quasi il 50%) e Avellino (meno 29% reddito, più 26% propensione al risparmio). “La geografia territoriale del risparmio fa emergere un quadro composito. Le aree metropolitane risparmiano di più, concentrando il 40% della grandezza - Milano, Roma, Torino, Bologna e Genova da sole fanno il 32,4% - anche per la dimensione demografica”. Lo dichiara Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, che aggiunge. “È la provincia minore a rappresentare ancora, sotto molti versi, il territorio più parsimonioso: nelle prime 10 posizioni per propensione al risparmio troviamo tutte realtà medio-piccole.” Inoltre, aggiunge Esposito, “nelle prime 20 province per tasso di incremento del risparmio tra 2019-23 ci sono tutte realtà della provincia minore, tra cui ben 8 del Mezzogiorno, con variazioni superiori alla media italiana. Questo riflette probabilmente anche una maggiore percezione del clima di incertezza che induce le famiglie ad essere più caute, accantonando una parte del proprio reddito a scopo precauzionale.”
La forbice degli ultimi 5 anni
Tra il 2019 e il 2023 in 103 province su 107, la propensione al risparmio è aumentata (7,5% contro 8,3%). Le uniche realtà a registrare un calo sono Isernia, Pavia, Cremona e Lodi.
In cima alla classifica, in questo periodo, c’è sempre stata Biella mentre le province che hanno guadagnato più posizioni, vedendo crescere sensibilmente la propensione al risparmio, sono Gorizia (+ 14 posizioni scalate), Oristano (+ 12), Udine (+ 12), Trieste (+ 12) e Lucca (+ 12).
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