
Nel Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia), il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni risulta più elevato in Sardegna (38,6%), seguita da Basilicata (37,7%), Puglia (36,2%), Sicilia (31,7%), Campania (30,7%) e Calabria (28,7%).
Anche nella fascia 15–64 anni, la Sardegna si conferma la regione con il dato più alto dell’area (57,7%), mentre Calabria (44,8%) e Campania (45,4%) si posizionano tra i valori più bassi a livello nazionale.
Il Sud nel 2024 registra 12,35 ingressi nel mercato del lavoro ogni 100 residenti, contro la media italiana di 14,76. I valori più elevati si osservano in Sardegna (16,18), Puglia (13,48) e Campania (12,49), mentre la Calabria si attesta a 10,29, il dato più basso sia del Sud che del Paese.
Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro nel Mezzogiorno è pari al 42,4%, con picchi in Basilicata (45,9%), Sardegna (45,8%) e Calabria (45,2%), tutti inferiori alla media nazionale (47,8%).
Il livello medio di inquadramento dei nuovi ingressi dei lavoratori in ingresso (che pesa le entrate secondo l’inquadramento contrattuale sulla base di una scala da 1 a 4) è pari al Sud a 2,54, rispetto al 2,57 nazionale. La Sicilia presenta il valore più elevato dell’area (2,6), la Basilicata quello più basso (2,4).
Scopri ulteriori dettagli, dati e analisi nell’elaborazione del Centro Studi Tagliacarne pubblicata oggi su Il Sole24 Ore Sud, nell’articolo dal titolo "La Sardegna guida il sud per tasso di occupazione".