
Con un indice di qualità della vita superiore del 7,3% rispetto alle aree metropolitane e del 27% più alto delle altre città del Paese le città intermedie si affermano come un un vero e proprio tessuto di connessione tra i poli metropolitani e una parte consistente di altri centri cittadini.
Sono queste realtà al centro del secondo rapporto “L’Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie”, curato dall’Associazione Mecenate 90 in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne e presentato oggi a Roma presso la sede di Unioncamere.
Il rapporto individua complessivamente 157 città intermedie:
- 73 al Nord:
- 44 al Sud;
- 40 al Centro.
Gli altri punti di forza
Oltre che per la qualità della vita queste realtà si distinguono per una produzione di valore aggiunto pro-capite superiore alla media nazionale del 16% - 34.154 euro contro 29.534 euro, dati del 2022 - e per una capacità di resistere meglio, in prospettiva, all’inverno demografico. Si stima, infatti, che nelle città intermedie tra il 2024 e il 2050 la popolazione diminuirà del 4,5% mentre nel resto d’Italia questa contrazione raggiungerà quota 7,3%.
Le città intermedie ospitano imprese di eccellenza del Made in Italy e ad alto contenuto innovativo, esprimono dinamismo sociale, culturale ed economico e creano opportunità concrete per contrastare lo spopolamento e l’insufficiente dotazione di infrastrutture fisiche e digitali. Promuovono interventi rigenerativi per riqualificare e rivitalizzare i quartieri più degradati e sono capaci di connettere i centri urbani minori ad una rete più allargata.
Spinta verso la crescita
“Pur facendo la tara della mia passione per i processi di autopropulsione della nostra società devo riconoscere che, atterrando ancora una volta sulla realtà (nelle dieci città di Caltagirone, Catanzaro, Chieti, Lecco, Livorno, Macerata, Novara, Padova, Salerno, Taranto) trovo certo delle fragilità antiche e nuove, ma trovo specialmente una forte tensione a crescere”. Lo ha detto Giuseppe De Rita, presidente del Comitato Scientifico di Mecenate 90. Il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, parla di “una relazionalità più intensa tra imprenditoria e dimensione istituzionale intermedia che trova nelle Città intermedie livelli di qualità della vita complessivamente superiori a quelli del resto del Paese e che, in tanti casi pure nel Mezzogiorno, leggiamo anche in una maggiore disponibilità di offerta di servizi di prossimità alla popolazione”.
Leggi qui il comunicato.
Scarica la sintesi del rapporto.
Scarica le slides della presentazione di Mariella Pacifico, responsabile scientifico della ricerca.
Scarica le slides della presentazione di Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne.
