
Nel 2024 il sistema produttivo culturale e creativo registra una crescita di valore aggiunto e occupati rispetto all’anno precedente: +2,1% la ricchezza prodotta, rispetto al 2023, che arriva a (112,6 miliardi); +5,8% gli addetti che complessivamente contano 1.528.877 unità. Allargando lo sguardo, però, si scopre come la filiera culturale e creativa italiana generi, in via diretta e indiretta, un valore aggiunto di 302,9 miliardi di euro.
Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto Io Sono Cultura 2025, giunto alla quindicesima edizione e realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura.
Il Sud che corre
Nel 2024 il Mezzogiorno evidenzia tassi di crescita superiori alla media nazionale sia in termini di valore aggiunto (+4,2% contro +2,1%) che di occupati (+2,9% contro +1,6%). Spiccano, in questo contesto, gli incrementi della Calabria (valore aggiunto: +7,5%; occupazione: +4,7%) e della Sardegna (valore aggiunto: +7,5%; occupazione: +6,2%).
Le ricadute sui territori
L’industria culturale e creativa si afferma come un motore di crescita per le economie locali. Nella classifica relativa al peso del valore aggiunto, in ambito provinciale, nelle prime 5 posizioni troviamo:
- Milano (10,3%);
- Gorizia (9,5%);
- Roma (8,5%);
- Napoli (8,1%);
- Torino (7,9%).
Per quanto riguarda il peso degli occupati delle imprese culturali e creative il peso maggiore sull’economia locale si registra a Milano (10,5%), Firenze (8,6%), Roma (8,3%), Arezzo (8,1%), Torino (7,8%).
Le migliori performance
I settori che crescono maggiormente nel 2024, in termini di ricchezza prodotta, sono Software e videogiochi (+8,0%) e attività di Comunicazione (+4,4%). In questi ambiti aumentano anche gli occupati, rispettivamente del +2,3% e +5,7%.
Numeri positivi anche per Arti visive, Patrimonio storico e artistico, Audiovisivo e musica, Editoria e stampa. Frena, invece, il comparto Architettura e design (valore aggiunto -6,3%, occupati -5,5%).
Uno sforzo in più
“La crescita del sistema culturale e creativo non può prescindere da un investimento serio sulle persone. Le imprese ci dicono che oltre una entrata su due è difficile da reperire, perché servono competenze sempre più ibride: digitali, creative, gestionali. È il grande paradosso italiano: abbiamo un settore che continua a generare valore e occupazione, ma fatica a trovare i profili necessari per competere”. Lo dice il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.
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